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Dal letto

Dal letto

Domenica mattina, mentre gironzolavo distratta per prendere qualcosa che aprisse il barattolo di vernice per dipingere il battiscopa, ho fatto un bello scivolone sull’erba bagnata in un tratto in discesa del cortile. Gran botta, discreta stortona alla caviglia sinistra. Un attimo di stupore, sospensione, un pensiero fugace “cazzo, mi sono fatta male.. tanto!”, paura.

E poi consapevolezza del dolore – forte – alla gamba, del freddo che iniziava a farmi battere i denti e tremare i muscoli, della posizione in cui ero (distesa in discesa, sul terriccio scivoloso e umido, con la casa sopra di me) e il conseguente pensiero: “come diavolo mi portano via di qui?! Sono troppo pesante e non riesco a sentire le gambe”.

E… benvenuto panico!

Il gruppo, tutto, attorno a me in pochissimi secondi.

Chi immediatamente ricopre il ruolo professionale che ha da poco lasciato, e mi immobilizza la caviglia con quel che c’è (un pezzo di cartone diventato stivaletto), senza mai togliermi gli occhi di dosso e dandomi un senso di presenza costante e delicata, chi mi tiene concentrata sul mio respiro permettendo alla mia lucidità di ripresentarsi a tratti e mi offre un braccio su cui stringermi forte quando le fitte si fanno intense, chi mi accarezza la schiena e mi coccola, chi mi tiene in piedi quando il pianto liberatorio prende il sopravvento e chi mi aiuta a tornare nel qui ed ora, puntando gli occhi dentro i miei e non permettendo alla paura e alla rassegnazione di averla vinta.

Non saprei dirvi altro che questo, non saprei descrivervi dettagli di cosa e come è successo, ma so che a un certo punto mi sono trovata coricata nel letto.

gamba distorsione lettoSollievo.
Ancora tanto dolore, ma insieme sollievo e gratitudine.

E poi rabbia, senso di colpa, senso di impotenza..

Pensieri utili - “Come ho fatto a farmi male? Cosa mi vuole dire questa caduta? Cosa mi impedisce di fare? O cosa mi sta permettendo? Cosa c’è di buono per me?” - associati ad altri meno sani “Brava! Proprio ora che abbiamo tutte queste cose da fare, tu sei allettata! Lasci tutto da fare ai tuoi comunardi! E poi si devono anche prendere cura di te!” ..e via di questo passo..

Ma non è di questo che voglio scrivere.

Sul significato di questo infortunio sto ancora riflettendo, sono arrivata a qualche conclusione, ne ho osservato tante sfaccettature e sto metabolizzando alcune delle cose che mi sono detta e ho provato, impegnandomi per trasformandole in qualcosa di utile.

Ed è proprio una di queste sfaccettature che ho voglia di condividere, perché voglio che si consolidi bene anche dentro di me.

Ho provato tanta paura.
Il dolore è una delle sensazioni che gestisco meno bene, che spesso mi immobilizza, e mi fa sentire impotente.

Farmi male in comunità mi ha aperto una nuova prospettiva.

Ho pensato ai miei 12 anni da sola a casa, io e miei gatti, io e i miei amici e genitori vicini ma lontani.

Ho pensato che i miei vicini di appartamento erano praticamente degli sconosciuti.

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Ho pensato che una volta, inciampata sulle scale del ballatoio difronte al mio dirimpettaio, sono rimasta a terra come una pera cotta e mi sono rialzata da sola, a fatica, sotto lo sguardo indifferente del simpatico baffuto che ha continuato imperterrito a bagnare le piante.

Ho pensato che in quegli anni mi è capitato di stare male a casa, di svenire, di scivolare nella doccia, di tagliarmi profondamente, e tutte le volte, in un modo o nell’altro, me la sono cavata da sola, non per volontà ma per necessità, con la doppia fatica di gestire il dolore e affrontare la paura.

Qui tutto questo non è stato necessario.

Qui sono stata aiutata, sostenuta, supportata, dal primo istante all’ultimo.

aromaterapia rimedi naturali fioribachAnche adesso, mentre scrivo dal letto, mi guardo attorno e vedo il diffusore con gli oli essenziali che è stato acceso con la lavanda per rilassarmi, il cuscinone di shiatsu di Luana sotto il mio gambone livido, la cassetta di plastica attorno al piede per impedire che i gatti (intrusi benvoluti in questi giorni di convalescenza) camminino sulla caviglia mentre riposo, la ciotola con l’argilla e la montagna di asciugamani per tutti gli impacchi che Katia mi fa giornalmente, le stampelle che prontamente gli amici si sono offerti di prestarci, i fiori di bach e l’arnica sul comodino, il tavolino per mangiare a letto o scrivere al pc, le tante coperte per tenermi calda.

bimbi bacio teneroE ogni tot, un viso spunta dalla porta, un sorriso, un saluto, un bacio sulla guancia, due chiacchiere, mani calde che stringono le mie infreddolite, una storiella inventata da Isotta su “quando era piccola”, un aggeggio di lego costruito da Pietro con doppio fondo per nasconderci le arachidi (altrimenti me le rubano!).

Mentre elenco tutto questo mi sento avvolta e protetta.

Mi sento gli occhi umidi di commozione, mi sento amata e estremamente grata.

Grata a me che sto imparando a chiedere, ad affidarmi, ad ascoltami e mi sto permettendo di guardare il lato buono; grata alle persone che mi amano e con cui condivido la strada, che sento vicini come non mai, da cui traggo forza e coraggio; grata alla Vita che – due anni fa - mi ha dato questa grande opportunità di trovare un senso di comunione e unione nella mia esistenza; e grata anche a questa distorsione, che – forse in un momento in cui avevo bisogno di rinnovare questo senso di appartenenza e protezione – mi ha ricordato cosa è davvero fondamentale per me, permettendomi di guardarlo da una nuova prospettiva: dal letto

P.s. Ecco… Vita… ora comunque ho capito! Se ti andasse di sostenere una pronta guarigione, prometto di concentrarmi maggiormente sulla celebrazione e stare attenta a dove metto i piedi

 

  

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Grazie per gli auguri ;-) Quando vuoi, siamo qui! Buone feste :-)
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Luca bigi
Auguri di pronta guarigione e ho voglia di venirvi a trovare!!!un abbraccio a tutti
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Grazie Giampaolo :-) Ti aspetto, quando sarò in piedi, o anche prima, per due chiacchiere "riscaldanti" :-)
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Giampaolo
Ciao SimonastortaCav iglia... scopro e leggo ora questo insieme di blog pensieri, che meraviglia, i pensieri non certo il fatto della storta. Si certo idealizzo scusa, il dolore è il dolore. Un mega abbraccio e grazie anzi grazie grazie di queste condivisioni, preziose gocce di calore umano nel "freddo" ultimo tempo... G
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