E’ Tempo di Vivere… finalmente anche per Pietro
Uno dei motori principali della nostra scelta di cambiamento è sempre stato quello di avere tempo di qualità per noi e per i nostri bimbi. Pensando a questo, più volte ci siamo trovati a confrontarci tra noi e con gli altri sul tema scuola.
L’anno precedente al nostro arrivo a Marano, abbiamo fatto una breve esperienza di vita in un’altra comunità piena di ragazzini della stessa età dei nostri e, parlandone con i genitori, eravamo giunti alla conclusione che la scelta migliore fosse quella di attivare un progetto di educazione parentale.
Quando il nostro percorso è tornato sulla strada del progetto originario, ci siamo trovati faccia a faccia con una realtà differente in cui l’assenza di altri bambini e la necessità di dedicarci alla nascita del NOSTRO ecovillaggio ci ha messi di fronte a paure che sul momento non siamo stati in grado di affrontare. Così abbiamo scelto di iscrivere Pietro alla scuola del paese.
L’esperienza è stata comunque costruttiva e positiva: abbiamo avuto la fortuna d’incontrare insegnanti presenti e sensibili alle esigenze del nostro bimbo e genitori e compagni che hanno accolto noi e la nostra stramba compagnia con curiosità e calore.
Nonostante ciò, durante questo primo anno, abbiamo vissuto l’incongruenza tra la nostra scelta di vivere in modo più libero, trasformando le passioni in attività e trovando il modo migliore per lavorare divertendoci e ciò che invece stava vivendo Pietro: una vita fatta di orari, momenti di svago ricavabili solo nei ritagli di tempo, inseguendo ritmi che non erano i suoi e nemmeno i nostri. La lotta quotidiana per i compiti, per fargli rispettare tappe che non ricalcavano la sua naturale evoluzione, la sua netta percezione di essere l’unico ad avere obblighi e doveri, l’unico ad andare a lavorare fuori, l’unico ad avere periodi limitati per le ferie e un solo giorno di riposo alla settimana, hanno portato tutto il gruppo a riconsiderare la decisione iniziale.
La spinta interiore s’è fatta via via più pressante, soprattutto nel momento in cui ci siamo accorti che non riuscivamo più a passare a Pietro il senso di doveroso rispetto verso un sistema in cui non crediamo fino in fondo noi in primis.
Di fronte all’ennesima crisi del nostro cucciolo per un tempo che scorreva via troppo velocemente, ci siamo fermati e guardati negli occhi, tutti insieme, come succede sempre, perché qui a Tempo di Vivere il disagio anche di una sola persona è prioritario su tutto il resto.Ci siamo presi spazi e momenti per confrontarci, per mettere sul tavolo convinzioni, paure, dubbi, idee…
Siamo stati d’accordo sul fatto che tenere Pietro a casa gli avrebbe dato la possibilità non solo di esprimere tutti i suoi talenti, ma anche di risolvere senza pressione e ansia le piccole difficoltà che stava incontrando nel suo percorso scolastico e che rischiavano di farlo sentire “incastrato” in etichette che non rispettano mai l’unicità dei bambini, inoltre gli avrebbe regalato l’opportunità d’imparare in modo diverso, facendo e non solo studiando, oltre a dare, a lui e a noi, un modo differente di vivere il tempo insieme.
Queste erano le basi da cui partivamo, forti abbastanza per toglierci i dubbi, ma non per superare completamente le paure che ognuno di noi si portava e, in parte, si porta ancora dentro; paure legate al nostro passato, alle nostre esperienze scolastiche, alla consapevolezza che nella società alcuni “titoli” hanno ancora un valore (troppo) importante.
E’ giusto separare Pietro dai suoi compagni proprio ora che sta instaurando amicizie più profonde con alcuni di loro? Cosa rischiamo di togliergli? Saremo costanti e preparati a sufficienza da provvedere a un’istruzione portata avanti su canali “non convenzionali”? Stiamo limitando le sue possibilità culturali? E se, a un certo punto, volesse riprendere il percorso scolastico ufficiale e noi non gli avessimo dato una formazione adeguata?
Di nuovo, la forza del gruppo ha permesso ad ognuno di noi di vedere soluzioni e opportunità dove prima si percepivano solo montagne insormontabili e il metterci di fronte alle nostre paure ha permesso al coraggio di farsi strada e farci scorgere nuove possibilità.
Come affermiamo di consueto spiegando la nostra scelta a chi ce ne chiede il motivo, il Tempo è la moneta più preziosa di cui disponga l’uomo e, troppo spesso, quella a cui si dà il minor valore.
Dare a Pietro più tempo per esprimere la meraviglia che c’è in lui, per avere risposte alla sua naturale curiosità, per coltivare i sogni, per riconoscere e mettere in pratica le sue passioni e i suoi talenti, accompagnarlo noi per primi nel difficile percorso verso la libertà significa anche fargli comprendere l’importanza della presa di responsabilità verso se stesso, chi lo circonda, la Vita e le proprie scelte…
Questo, pensiamo, sia il dono più prezioso che si possa fare a un piccolo Essere Umano e anche a noi adulti che, attraverso di lui, possiamo continuare a imparare e crescere.
Non sappiamo ancora con esattezza cosa aspettarci, quali saranno i problemi e le difficoltà che incontreremo, per questo vogliamo continuare a raccontare l'avventura dell'homeschooling nell’ottica di arricchire la nostra esperienza con quella di altre famiglie che hanno fatto la stessa scelta o desidererebbero farla.
Pubblicato in Blog di Katia Prati
Tags: vivere insieme, genitori e figli, educazione parentale e homeschooling, scollocamento solidale, relazioni, cambiamento
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